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Herero.16

Dal commercio tessile al commercio del vino e con grandi risultati. Herero 16.

Ricordi

Il nonno gli ha insegnato l’arte del commercio, lui, Michele, si è divertito a giocherellare tra un filare ed un altro nel rispetto della natura.

Un lavoro nato dalla passione. Una passione che ha portato Michele ad acquistare qualche ettaro in provincia di Campobasso, nel paesino di Toro, iniziando un’attività “enoica” da primo della classe.

La sostenibilità

Prima del vino viene il territorio. Su questo concetto ruota l’intero ciclo produttivo e distributivo della Cantina Herero. Energia rinnovabile in cantina, uso minuzioso di ogni singolo elemento che contorna la bottiglia, riciclo del prodotto.

E poi sviluppo e valorizzazione del territorio. Michele e la moglie Concetta non hanno paura a stampare l’etichetta del loro vino con la poesia di una scrittrice del paese, si prendono l’onere di porta bandiera per fare entrare Toro come paese aderente all’Associazione Nazionale città del Vino ed onorano il loro paese con un vino dedicato al patrono di Toro.

Filosofia prima ancora di strategia. Cantina Herero basa la propria strategia aziendale su di una filosofia di vita ecosostenibile.


La Cantina

Michele ha ricavato la propria cantina – urbana – all’interno dei locali di una vecchia pizzeria ma ha in programma una vera ristrutturazione per rendere anche questa parte del ciclo produttivo ancora più qualitativo.

Una piccola realtà che segue l’interno ciclo produttivo, progettata, a regime, per la produzione di circa venticinquemila bottiglie.

La prima vinificazione è del 2014…

Un terreno franco-sabbioso-argilloso con pendenze che arrivano fino al trenta percento, un sesto d’impianto esposto ad est sud-est sopra a 550 mslm e battuto sempre dai venti.

Insomma tutti gli ingredienti per una grande produzione!

E poi c’è la Tintilia. gran vitigno, ostico ma elegante. Un’eleganza che spesso al centro sud viene surclassata dalla potenza! Basse rese, grappolo piccolo e difficoltà nella raccolta! Tutti altri ingredienti che ravvivano lo spirito di uno sperimentatore come Michele.

La sua Tintilia – per la produzione di Herero.16 – surmatura, leggermente, in pianta dando caratteristiche esclusive a questo vino. Michele racconta come non solo il sole – chiaramente – incida sulla surmaturazione della grappolo ma anche l’azione dei venti che con le loro folate oltre a garantire un ambiente secco ed asciutto, tendono a rendere la surmaturazione dell’uva più efficace ed eterogenea.


Herero.16

Cantina Herero trasforma la propria Tintilia verso due DOC: Il San Mercurio ed Herero.16 ma è proprio quest’ultimo con i sui 16 gradi ad essere stato il protagonista di quest’anno, il cavallo di troia che ha trasformato Michele e la sua cantina in una piccola realtà di bravi sperimentatori a “campioni onologici”.

Herero.16 viene vinificato, partendo da uve lievemente surmature, in acciaio con una macerazione di circa 20 giorni. Delestage sia in ambiente ridotto che a contatto con l’ossigeno, per passare, poi, all’interno di barrique (225 lt e con diverse tostature) di rovere francese – di secondo passaggio – dove affina per 18 mesi.

Douja d’or ad Asti e Gran medaglia d’oro Città del Vino, sono solo alcuni dei premi che Herero.16 porta a casa ma senza la passione e la costanza nulla potrà continuare, quindi ci rincontreremo Michele! E’ stato un piacere riscoprire così tanta passione e dedizione in un mondo sempre più “artefatto”.

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