Ci racconta, in breve, la storia della vostra azienda?
Passato, presente e futuro convivono in Teruzzi: una cantina all’avanguardia nella ricerca delle soluzioni più innovative per produrre i migliori vini, ma sempre nel rispetto del territorio e della tradizione vitivinicola toscana.
Nel 1974 Enrico Teruzzi, ingegnere di professione ma vignaiolo per vocazione, fonda le omonime cantine con l’aiuto della moglie Carmen, nello scenario incantevole delle colline toscane, all’ombra delle caratteristiche torri e della secolare storia di San Gimignano.
Nel 2016 l’azienda viene acquisita da Terra Moretti Vino, il gruppo vitivinicolo che fa capo alla Famiglia Moretti.
“Investire, partendo da ciò che offre la terra, per dare radici al futuro”: è con questo spirito che Terra Moretti ha proseguito il percorso di Teruzzi, fatto di innovazione e di tradizione, per portare la viticoltura dell’azienda a raggiungere importanti traguardi nel rispetto della sostenibilità.
Il significato del vostro logo aziendale?
La ‘’T’’ di Teruzzi rappresenta lo zampillo della vita che, unito al sole e alla luna, suggerisce il trascorrere del tempo. Il nuovo logo ha così due caratteristiche fondanti: la forma e il colore. Entrambe traslate in archetipi simbolici che parlano direttamente al nostro immaginario.
Il sole/oro è l’autodeterminazione, la forza, la generosità, la positività. La luna/argento è la sensibilità, l’emozionalità, la fluidità, la mutevolezza.
Archetipi della dualità interiore: il maschile e il femminile, lo Yin-Yang, i principi vitali da cui tutto ha origine.
Quali sono i vini che rappresentano meglio la vostra azienda? A quanto ammonta la produzione annua?
Vernaccia di San Gimignano ISOLA BIANCA
Igt Bianco TERRE DI TUFI
Vernaccia di San Gimignano SANT’ELENA RISERVA
Igt Rosso PEPERINO
Igt Rosso Melograni
La nostra produzione annua ammonta a circa 600.000 BTG
“L’abito non fa il monaco, ma…” crede che la veste con cui presenta i suoi prodotti giochi un ruolo fondamentale?
È Vero, l’abito non fa il monaco, ma ne rivela la storia e noi abbiamo scelto i codici miniati per raccontarvi la nostra. Un’immagine che prende ispirazione dalla magia dei bestiari medievali, opere didattico-morali dell’epoca che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali e immaginari, e dalle drôlerie, le figure bizzarre che, a margine, compaiono nella decorazione, nelle iniziali miniate dei codici gotici.
Manoscritti miniati completati dall’aggiunta di decorazioni in oro e argento: capolettera, bordi e figure illustrate. Il nostro vuole essere un dichiarato omaggio alla città di San Gimignano, alle sue forme, alla sua storia, alle sue origini medioevali.
Qual é stata l’annata migliore per i vostri vini?
2011-2015-2019-2020
Cosa direbbe ai giovani per avvicinarli al mondo della vitivinicoltura? Crede che il mondo del vino, debba “svecchiarsi”?
Che è un mondo affascinante e ancora tutto da scoprire, anche se la storia ci insegna che il vino è una della bevande alcoliche più antiche, che non smetterà mai di crescere e di rinnovarsi proprio perché le nuove generazioni apporteranno sempre quella visione che gli permetterà di stare al passo con i tempi senza però perdere la conoscenza da dove siamo partiti; ed è proprio la connivenza tra queste due realtà che darà origine ad una viticoltura sempre più sostenibile, realizzata con metodo e rigore.
In che percentuali lavorate sul mercato italiano ed estero?
Mercato italiano 15% e Mercato estero 85%.
Cosa pensa dei critici e dei giudizi delle guide?
Che devono visitare più a fondo le aziende, perché le nostre cantine sono fatte di uomini e di donne che ogni giorno, dalla campagna al bicchiere, ci mettono anima e pensiero in quello che fanno.
Non basta una degustazione lontana dal luogo di produzione per conoscerci a fondo. Abbiamo bisogno di interagire con le guide, che hanno la fortuna di poter mettere in rete tutto il patrimonio vinicolo italiano. Dobbiamo confrontarci e aiutarci a crescere insieme.
Solo così saremo veramente competitivi non in Italia, ma nel mondo.
Cosa pensa del biologico e biodinamico?
Che in molte zone viticole Italiane e in certe stagioni l’impatto ambientale della pratica biologica ha un impatto ambientale maggiore rispetto ad una viticoltura convenzionale fatta con criteri scientifici.
Penso che l’obbiettivo di ogni azienda debba essere quello di arrivare a produrre dei vini eccellenti da un punto di vista qualitativo con un residuo analitico certificato di assenza di residui chimici nel vino.
Il tappo: La scelta del sughero è fondamentale per il mantenimento del vino. Voi che sugheri usate?
Tappo birondellato e Tappo micrograna.
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