Le vetrate dei grandi saloni del Santa Maria della Scala, che affacciano sul duomo di Siena, offrono al un contesto d’altri tempi per un’elegante degustazione
La location
Il Santa Maria della Scala è un labirinto fuori dal tempo! Volte, affreschi e quadri dal passato “protetti” da una ristrutturazione moderna, sobria e non ingombrante.
Quell’aria sempre fresca, mai rarefatta, a tratti pregna di umidità – tipica dei grandi saloni – e la vicinanza di un’arte che impone la sua maestosità con enormi capolavori classici, ti riportano con naturalezza indietro nel tempo.
Wine&Siena 2022
Le eccellenze enologiche premiate “The WineHunter Award” compiono un viaggio che attraversa tutta l’Italia e termina nel cuore della Toscana, a Siena.
L’edizione 2022 si svolge in una location unica, sono infatti le sale affrescate – vista Duomo – del Santa Maria della Scala a ospitarci. Degustare qua ha il gusto imponente di qualcosa di molto antico, davanti al quale il nostro compito può essere svolto esclusivamente con grande impegno e rispetto.
In un’opera in cui gli attori sono molti e i più in vista si contendono il ruolo di protagonista, alcune “comparse” si fanno notare per carattere e unicità.
I protagonisti
Sono circa 150 le aziende che presentano i propri vini, tenendo fede al proprio stile ed identità regionale. Una tre giorni di percorsi enogastronomici e masterclass alla ricerca del gusto (relativo?)
La nostra selezione
Tra i produtori che ci hanno colpito maggiormente ci son Dario Dall’O’ con i sui Pinot Nero, polposi e profumati (forse leggermente più concentrati dell amedia). Rimanendo sempre nei “confini regionali” (e non siate campanilisti per dio… è così e basta!) ma spostandoci sulla provincia di Bolzano, sicuramente i Pinot Nero di Castelfeder e di Landesweingut Laimburg saporiti e freschi, come anche i bianchi di Abazzia di Novacella (che bello il loro Gruner Veltliner fragrante e pepato).
Da notificare è il MC extra-brut rosè millesimo 2010 di La Travaglina (siamo in Oltrepò) a base Pinot Nero, verticale e saporito con dei tratti niente male di crème caramel.
Una piacevole scoperta è stata Feudi Spada che con i suoi vini porta con sè una storia bella e genuina ma attenzione a filosofeggiare troppo perché degustando, poi, si scopre una qualità (a tratti quasi genialità) che rende le sue trasformazioni interessantissime! In particolare l’Alicante 2018 – Orazio Umbria rosso IGT – propone una potenza di fuoco – forse – mai sentita: radice, erbe mediterranee in infusione, balsamicità nera, sale, ferro, iodio, un accenno di legno, caffè and so on … bocca tesa amara con tratti metallici! Insomma un cavallo di razza a tratti quasi indescrivibile!
Se andate nelle Langhe passate (non snobbatelo vi perdereste un gran vitigno!) da Verduno perché troverete delle trasformazioni di assoluta qualità, come il Verduno Perlaverga di Bel Colle. Tratti marcati di pepe che poi si possono ritrovare sui Nebbiolo (e quindi anche Barolo) allevati in quella zona.
Sempre in Piemonte sono state molto interesanti le trasformazioni di Canato Marco che ha reso il suo Grignolino super riconoscibile (in particolare le riserve 2010 e 2015 come anche il base 2018).
Continuando l’esplorazione della terra dei grandi rossi se volete assaggiare una Barbera d’Asti fatta come si deve, dovete assaggiare quelle trasformate da Tenuta il Falchetto. In particolare I suoi Nizza DOCG (noi abbiamo fato una micro verticale 2013, 2015 e 2016) definiscono un’impronta stilistica impressionante oltre che una potenza, un’equilibrio ed un’eleganza da primi della classe! In particolare il 2015 riesce ad esprimere tutto il potenziale del vitigno e dell’azienda. Davvero ben fatti!
That’s it!
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