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EDITORIALI

Alla scoperta del vino argentino

Nell’agosto 2024 questa piccola ma appassionatissima redazione decide di intraprendere un lungo viaggio intercontinentale per andare a scoprire di persona il mondo del vino argentino.

Sebbene in letteratura ci si riferisca all’Argentina come a uno dei “nuovi mondi del vino”, qui la tradizione è secolare. Parliamo di aree geografiche di produzione vinicola che altrove verrebbero unanimemente definite “estreme”, mentre qui costituiscono la normalità. Vigne a 2.000 metri slm, clima arido, cactus giganti e Ande a fare da guardiani… alla vigilia della partenza siamo affascinati e impazienti.

Tra storia, terroir e filosofia produttiva

Argentina, non solo tango e pampas, ma anche vino. E che vino! Se il Malbec è il vitigno simbolo del paese, il suo più celebre ambasciatore, l’universo enologico argentino offre molto di più.

Le Radici della Viticoltura

Le prime viti furono introdotte in Argentina dai missionari gesuiti nel XVI secolo. Ma è con l’arrivo dei migranti europei, soprattutto italiani, che la viticoltura argentina conobbe un vero e proprio boom. L’altitudine, il clima secco e le caratteristiche rocciose delle Ande hanno creato le condizioni ideali per la coltivazione della vite, dando vita a vini con una precisa e interessante identità.

Il vino argentino

Il Regno del Malbec

Il Malbec, originario del sud-ovest della Francia, ha trovato in Argentina il suo habitat ideale. Coltivato largamente nella regione di Mendoza, ma diffuso anche nelle altre aree produttive del paese, questo vitigno produce vini corposi, fruttati e speziati, con tannini setosi e un finale persistente. L’altitudine elevata conferisce ai vini freschezza e aromaticità, mitigando il calore del sole.

A Mendoza, il Malbec assume una grande varietà di stili. Si trovano Malbec eleganti e fruttati, ideali per il consumo giovane, così come vini più complessi e strutturati, destinati all’invecchiamento.

Non solo Malbec

Oltre al Malbec, l’Argentina offre un ampio ventaglio di varietà, principalmente internazionali ma con qualche sorpresa.

Il Torrontés, vitigno bianco aromatico, è l’unico vitigno considerato autoctono dell’argentina. Nasce come incrocio naturale tra due varietà: la Criolla Chica, un’uva portata in Argentina dai coloni spagnoli, e il Moscato d’Alessandria. Si parla di incrocio naturale perchè si ritiene che sia avvenuto “spontaneamente” nel suolo argentino, e da lì il vitigno si sia poi diffuso in tutto il paese, trovando il suo ambiente ideale nelle alte valli andine, soprattutto nella provincia di Salta.

Il Torrontés di Cafayate si caratterizza per i suoi intensi aromi di fiori bianchi (fiore d’arancio, gelsomino), agrumi (pompelmo, lime) e frutti esotici (litchi, mango). Al palato è fresco e fruttato, con una vivacissima acidità che bilancia la componente aromatica. In qualche trasformazione viene fuori anche una incredibile nota di idrocarburo!

Vinas en flor 1700 m.a.s.l Torrontés 2022
Leggero idrocarburo, limone e mandarino accompagnati da una parte verde speziata di menta e maggiorana; sale e peperoncino secco sul finale. In bocca ha un ingresso piccante, morbido e rotondo, con sensazioni amare ed un bel calore. Finale citrino che “ripulisce” la bevuta.

Anche la Bonarda, vitigno a bacca rossa di origine italiana, ha trovato in Argentina una nuova casa, dando vita a vini corposi e fruttati, con note speziate e un tannino morbido.

Regioni Emergenti – Oltre Mendoza

Mendoza, con la sua Valle de Uco, è la regione viticola più famosa dell’Argentina, nonchè la più estesa: qui si concentra oltre il 70% della produzione complessiva del paese. Qui accanto al Malbec trovano spazio numerose varietà internazionali, in particolare Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Tannat, Chardonnay e Sauvignon Blanc.

Più a nord, Cafayate, situata ai piedi delle Ande, produce vini di grande eleganza e mineralità, grazie all’altitudine e ai terreni vulcanici. Cafayate, nella provincia di Salta, è la patria del Torrontés, ma qui si producono anche ottimi rossi a base Malbec, con un profilo molto diverso dai cugini mendozini.

La Patagonia, con il suo clima fresco, è la patria di vini bianchi aromatici e rossi eleganti, mentre San Juan, più a nord, è nota per i suoi vini concentrati e tannici.

Il nostro viaggio

Nel nostro – primo – approccio enoturistico in Argentina ci concentriamo sulle zone di Mendoza e Cafayate, con la promessa di tornare per scoprire il resto.

Cafayate

A Cafayate, nella provincia di Salta, le cantine sono sulla ruta 40, appena fuori dalla cittadina in direzione nord. Alcune tenute sono localizzate sulla strada principale, mentre altre sono facilmente raggiungibili percorrendo le numerose strade secondarie.

Imperdibile l’abbinamento tra i vini della zona e la cucina andina, che qui si esprime al meglio: empanadas, tamales e stufati di carne. Ci sentiamo di consigliarvi uno splendido ristorante dove abbiamo mangiato e bevuto benissimo, in pieno centro a Cafayate, con un rapporto qualità-prezzo incredibile: La Despensa cocina y cultura.

A Cafayate c’è anche un piccolo, ma ben fatto Museo de la Vid y el Vino, in cui vale la pena trascorrere un paio d’ore.

Mendoza

Mendoza è la capitale argentina del vino. Questo è chiarissimo fin dall’arrivo in aeroporto, dove le pubblicità di cantine e enoteche sono numerose e dove troviamo una vigna “urbana” appena varcata l’uscita. Le bodegas sono localizzate a Maipù, appena sotto Mendoza, e scendendo ancora più a sud nella Valle de Uco. Le ande innevate fanno da sfondo ettari e ettari di vigna.

In città è possibile visitare una cantina “urbana” con una storia antica e una bella location è Bodega Los Toneles, che offre tuttavia visite con degustazione molto turistiche. Il nostro consiglio è quello di noleggiare una macchina e raggiungere Maipù e Valle de Uco per fare visita alle cantine che preferite. In alternativa, dal centro di Mendoza partono bus che offrono pacchetti giornalieri con sosta a numerose cantine.

Degustazioni

Trovate singoli articoli dedicati alle cantine che abbiamo visitato personalmente:

Bodega Yacochuya

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