La falanghina del sannio beneventano di Fosso degli Angeli
Tradizioni
Da nord a sud, dalle alpi al sannio è un attimo. Dal Gewurztraminer alla Falanghina qualche ordine di aromaticità. Dalla costa tirrenica a quella adriatica nemmeno a dirlo. L’Italia è un paese, a tratti unico, per certi versi estremo, pregno delle sue tradizioni che come vassalli di un regno, in un teatro di odio e amore, seppur partecipi della stessa storia, banchettano a corte orgogliosi delle proprie radici.
Il Sannio
Il Sannio (territorio riconducibile all’intero Molise, Abruzzo e parte della zona nord orientale della Campania), appartiene a questa lunga storia di popoli e tradizioni, culture e speranza. Un pugno di terra dell’appennino centrale che portava con sé un frullato di tradizione e che dal mare alla montagna ha forgiato la cultura, e quindi la storia, del popolo che vi abitava: I Sanniti.
Frentani, Caudini, Pentri, Irpini. Tribù eterogenee, orgogliose del proprio pezzo di terra che, con un verace ma – ormai – anacronistico campanilismo, condividevano la stessa terra, gli stessi sapori, la stessa biodiversità.
Fosso degli Angeli
Fosso degli Angeli è un pezzo di storia di questa terra, fatta di persone e territorio. Nel mezzo del Sannio beneventano, senza fretta, radicati nella tradizione, biologici e indipendenti, trasformano solo quello che il proprio territorio concede. Autoctoni per storia, naturali per scelta, vignaioli per mestiere… contadini indigeni!!
Sette ettari di vigna, dieci di oliveto e altri quindici di bosco e pascolo, Fosso degli Angeli è un’azienda agricola – familiare – di lunga tradizione, ma che inizia la sua esperienza nel mondo dell’enologia solo nel 2009. Decide di dedicarsi esclusivamente all’allevamento dei vitigni autoctoni con uno “spregiudicato” lavoro in vigna, attento e rispettoso.
Il rispetto della natura, di quella terra che Fosso degli Angeli porta in primo piano con orgoglio e sentimento, ma priva di quell’autarchico pensiero che sia l’unico posto al mondo dove “si fanno le cose fatte bene”, è la matrice dei propri vini.
La degustazione
Inizio spiegandovi: perché la Falanghina? Siamo in Campania e, seppur nella provincia più a nord di questa regione, il Sannio beneventano condivide con quest’ultima le proprie tradizioni che come sappiamo, nel contesto enoico campano si traducono, seppur parzialmente (sarebbe fin troppo riduttivo pensare così) in: Aglianico e Falanghina.
Il Cese 2017 di Fosso degli Angeli è una Falanghina dal manto camaleontico, possiede quasi tutta la palette di colori tipica dei vini bianchi! Un naso “bianco” accompagna l’olfattiva, perché spaziamo dal gelso (bianco) all’amaretto che richiama possenti sensazioni di mandorla e cocco. Una puntina di anice rinfresca il naso! Chiude con una spruzzata sulfureo-fumé che gli conferisce maggiore complessità.
In bocca c’è gusto e tatto! Una sensazione calda-glicerica lo ammorbidisce molto, rendendolo delicato, corposo e voluminoso ma non oppressivo o, peggio ancora, monocorde, perché è decisamente bilanciato grazie ad una “nuova” sapidità che si manifesta in secondo piano e, soprattutto grazie ad una piacevolissima acidità.
Chiude in retro-olfattiva con una leggera nota amaricante che gli assegna maggiore complessità organolettica, allungando di parecchio la sua persistenza aromatica.
L’intervista
Per conoscere meglio Fosso degli Angeli, vi rimandiamo all’intervista che ci hanno rilasciato.
La selezione
- Cese 2017 – Falanghina
- Chiusa 2018 – Fiano
- Morgia 2019 – Greco
- Pezza 2018 – Piedirosso
- Rejeta 2017 – Aglianico
- Ammusciat 2019 – Passito da Moscato e Falanghina
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