Ah, come è bello tornare a casa.
È proprio così che ci sentiamo quando, a distanza di un anno esatto, varchiamo la soglia di BolognaFiera per partecipare alla manifestazione vinicola che ci piace più di tutte. L’evento di settore che annulla le barriere e connette davvero il mondo dei produttori con gli appassionati, i professionisti del settore e gli addetti ai lavori.
La fiera
Questa tredicesima edizione è quella dei record: gli espositori presenti raggiungono le 4 cifre (1.008, per la precisione), e le bottiglie in assaggio superano le ottomila. Impossibile non uscire accontentati…
Evidentemente, non siamo i soli ad amare questa manifestazione. Insieme a noi, altre circa 28.000 persone munite di carrello – i più astuti, hanno portato da casa quello pieghevole da campeggio, copieremo l’idea – e calice al collo, per assaggiare prima e acquistare poi.
Al FIVI si compra
Dopo tanti anni da “manifestanti”, la nostra esperienza ci guida tra le file dei due immensi padiglioni allestiti a mercato e il nostro carrello si riempie velocemente.
Che cosa abbiamo acquistato quest’anno?
Bianchi
Ormai per noi FIVI è sinonimo di Timorasso: non passa edizione senza che almeno un paio di bottiglie vadano dritte nella nostra cantina. Un vitigno troppo spesso “ignorato”, che qui trova lo spazio giusto per mettersi in mostra. Quest’anno abbiamo scelto il Derthona di Terre di Sarizzola.
Restando sui bianchi (ci portiamo avanti per la bella stagione…), non possiamo non rifornirci di Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore, a nostro avviso la miglior denominazione a bacca bianca del centro Italia. E tra le proposte presenti in fiera, abbiamo selezionato il Verdicchio di Vallerosa Bonci.
Facciamo infine la conoscenza di Vini Aurora da Offida, Ascoli Piceno. Tra gli assaggi, ci convincono e conquistano un posto nel nostro carrello il Falerio DOC (da uve Trebbiano, Passerina e Pecorino) e il “Fiobbo” Offida Pecorino DOCG.
Rossi
Per quanto riguarda i rossi, l’edizione 2024 ci trova, sorprendentemente, dicotomici: estremo nord, o estremo ovest. Ci vede anche rigorosi: solo vitigni autoctoni.
In Trentino non possiamo fare a meno del Pinot Nero, e ne selezioniamo due. Un grande classico nella nostra cantina, da sempre presente in diverse annate e formati: il Pinot Nero Riserva di Castel Juval. E una new entry: il Pinot Nero di Maso Bergamini. E prima di lasciare questa splendida regione, assaggiamo (e compriamo) un altro grande autoctono, di cui amiamo avere sempre almeno una bottiglia in cantina, perchè fa sempre “comodo”: la Schiava. Ci ha convinti la Schiava Santo Poli di Giulio & Mauro.
Dal freddo Trentino voliamo nella ventosa Sardegna, dove ci sta aspettando un amico. Riassaggiamo infatti i Cannonau di Francesco Cadinu, che si confermano eccellenti; quest’anno il nostro preferito è il Perdas Longas. E da Cadinu arriva il suggerimento di visitare lo stand dei loro vicini di casa a Mamoiada (un territorio unico): conosciamo così Vinzas Artas. Il consiglio era giustificato: anche questo Cannonau è buonissimo, e tra tutti ci colpisce il Nigheddu.
Gli amici
Come ogni anno, il FIVI è l’occasione per riabbracciare vecchi amici. Le solite domande – “com’è andata la vendemmia?”, “hai qualcosa di nuovo da farci assaggiare?” – le solite risate (quelle non mancano mai), e i soliti complimenti. Giustificatissimi. Perchè, modestamente, gli amici del Gusto il vino lo sanno fare troppo bene!
Thilo, Adriano, lettori, appassionati… al prossimo FIVI!


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