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INTERVIEW / FEATURED

Intervista con Cantina Paltrinieri

Intervista con Paltrinieri | Il Gusto Relativo

Alberto Paltrinieri, proprietario e gestore di Cantine Paltrineri, ci racconta la storia della sua azienda, tra strategia, visione e tradizioni familiari.

Ci racconta, in breve, la storia della vostra azienda?

Era il 1926 quando Achille Paltrinieri, mio nonno, stimato chimico farmacista, iniziò le prime bottiglie di Lambrusco di Sorbara.

La Cantina Paltrinieri è un’azienda agricola vitivinicola a conduzione familiare che trasforma e vinifica le proprie uve di 17 ettari in Lambrusco di Sorbara doc nella zona più vocata per la produzione di questo vitigno, “il Cristo” di Sorbara, lembo fertilissimo di terra nella bassa modenese stretto tra i fiumi Secchia e Panaro.

Dagli anni ’60 l’azienda è stata gestita e ampliata dai miei genitori, Gianfranco e Pierina, e dal 1996 la conduco insieme a mia moglie Barbara. Nel 1998 per primi abbiamo scommesso nel Sorbara in purezza a tal punto da comunicarlo in una etichetta. Erano gli anni in cui il Lambrusco che “piaceva” era di colore rosso scuro e spesso abboccato; il Sorbara in purezza invece è naturalmente di colore rosa tenue e con una spiccata acidità. Andando assolutamente controcorrente, nasceva il primo Sorbara in purezza, dedicato a Sant’Agata, Patrona di Sorbara.

Nel 2008 la svolta decisiva con la presentazione de Leclisse, una selezione di Sorbara in purezza: una bollicina rosa chiaro, secca, fresca, che incontra il gusto dei giovani, paradossalmente ottenuta dalla valorizzazione estrema della tradizione e della tipicità. Non ho voluto inventare nulla, ma ho semplicemente ascoltato mio padre che in dialetto mi diceva sempre che il Sorbara “da solo” è più buono.

Il significato del vostro logo aziendale?

Il nostro logo è un piccolo albero. Lo abbiamo preso da un fregio presente sui muri della nostra abitazione (che è accanto alla cantina). Non sappiamo con esattezza di quale pianta si tratti, noi lo abbiamo sempre interpretato come una vigna. Lo abbiamo scelto come simbolo di continuità con le nostre origini: le radici che affondano nella fertile pianura di Sorbara, tra i fiumi Secchia e Panaro, e i rami che si protendono verso il futuro ma sempre guardando alle nostre tradizioni.

Quali sono i vini che rappresentano meglio la vostra azienda? A quanto ammonta la vostra produzione annua?

Produciamo circa 180.000 bottiglie l’anno. Siamo conosciuti come “quelli del Sorbara in purezza”, sul quale abbiamo scommesso per primi nel 1998, dunque le nostre etichette più conosciute e rappresentative non potevano che essere LECLISSE (Sorbara 100%, metodo charmat) e RADICE (Sorbara 100%, rifermentato in bottiglia).

“L’abito non fa il monaco, ma…” crede che la veste con cui presenta i suoi prodotti giochi un ruolo fondamentale?

Assolutamente sì. Al giorno d’oggi, il pubblico è molto attento alla veste delle bottiglie e possiamo dire che si beve prima con gli occhi e poi con la bocca.

Per noi la svolta è stata l’incontro con l’artista modenese Fabrizio Loschi, che si è innamorato dei nostri vini ed è poi diventato nostro amico. Lui ha ridisegnato completamente tutte le nostre etichette. Ogni etichetta ha una storia: sull’etichetta del RADICE ad esempio è riportata la mappa catastale della nostra zona (conosciuta fin dall’antichità come ‘Il Cristo’), dove ci sono tutti i nostri 17 vigneti di proprietà. Per noi è un modo per dire “noi siamo qui, venite a trovarci”.

Qual é stata l’annata migliore per i vostri vini?

Sicuramente ricordiamo con molto affetto l’annata 2008, quando è nato LECLISSE. Quell’anno avevamo avuto una vendemmia eccezionale, sia in termini di qualità che di quantità. Ci siamo subito accorti che una vasca in particolare, quella che conteneva i mosti provenienti dalla vigna che da quel momento sarebbe poi diventata il nostro cru, aveva sentori molto particolari. Da quei mosti è nato appunto LECLISSE: il nome indica appunto una eclisse, un evento quindi eccezionale.

Ogni anno, grazie alla passione per il nostro lavoro e all’attenzione ai minimi dettagli della produzione (dalla campagna all’imbottigliamento), facciamo del nostro meglio per fare in modo che la nostra eclisse si ripeta!

Cosa direbbe ai giovani per avvicinarli al mondo della vitivinicoltura? Crede che il mondo del vino, debba “svecchiarsi”?

I giovani oggi sono sempre più interessati al mondo della viticultura. Ce ne rendiamo conto qui in cantina dove i visitatori che chiedono di venire a visitare la nostra produzione da ogni parte del mondo sono per lo più giovani e giovanissimi (tra i 20 e 35 anni) e molti di loro sono interessati ai nostri metodi di produzione proprio perché fanno studi inerenti al vino (enologi, sommelier).

In che percentuali Llavorate sul mercato italiano ed estero?

Italia 80% – Estero 20% (in crescita – siamo presenti in Germania, Svezia Norvegia, Stati Unito, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Russia…)

Cosa pensa dei critici e dei giudizi delle guide?

Non partecipiamo per ricevere dei riconoscimenti; i concorsi e le guide sono organizzati in modo che quando escono i risultati, noi che produciamo Lambrusco, e quindi un vino giovane che va consumato in tempi brevi, siamo già quasi al termine della vendita delle bottiglie dell’annata che abbiamo presentato… Per noi il premio più bello è incontrare tante persone che apprezzano i nostri vini ogni giorno, indipendentemente dai punteggi o riconoscimenti ottenuti.

Tuttavia, ce ne sono stati alcuni chiedono ci rendono molto orgogliosi: nel 2019 il nostro LECLISSE ha ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso mentre il nostro RADICE è stato classificato dalla rivista americana Wine Enthusiast al 18° posto nella classifica dei 100 TOP HUNDRED WINES 2019 con 95 punti su 100.

Il tappo: La scelta del sughero è fondamentale per il mantenimento del vino, voi che sugheri usate?

In verità, il sughero crea anche molti problemi. Questo perché oggi è difficile trovare ancora del sughero di qualità. Infatti da qualche anno abbiamo deciso di sperimentare per il nostro rifermentato in bottiglia RADICE anche il tappo corona. La reazione iniziale dei clienti (sia privati che ristoratori) è stata molto diffidente, ma ora iniziano ad apprezzarla e a capirla e ce le richiedono sempre di più (sia in Italia che all’estero). Per il resto utilizziamo comunque ancora il tappo sughero.

Una piccola curiosità: le bottiglie di LECLISSE e RADICE vengono ancora ‘allacciate’ a mano una per una alla maniera tradizionale di questa zona. La persona incaricata di questo, ancora oggi, è la sig.ra Pierina, la mamma di Alberto Paltrinieri.

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